Le tre gravi minacce alla vita sulla Terra

Società

di Noam Chomsky e Vijay Prashad* – Il fatto che questi governi dei paesi ricchi abbiano cinicamente messo da parte i protocolli scientifici di base rilasciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle organizzazioni scientifiche rivela la loro negligenza. È necessaria una gestione del virus tramite test, tracciamento dei contatti e isolamento e, se questo non fosse sufficiente, l’imposizione di un blocco temporaneo: misure minori sono imprudenti. È altrettanto angosciante che questi paesi più ricchi abbiano perseguito una politica di “nazionalismo del vaccino” accumulando scorte di candidati al vaccino in luogo di una politica per la creazione di un “vaccino popolare.” Per il bene dell’umanità, sarebbe prudente sospendere le norme sulla proprietà intellettuale e sviluppare una procedura per creare vaccini universali destinati a tutti.

Sebbene la pandemia sia il problema principale per tutti noi, altri gravi problemi minacciano la longevità della nostra specie e del nostro pianeta. Questi comprendono:

L’annientamento nucleare

Nel gennaio 2020, il Bollettino degli Scienziati Atomica ha impostato l’orologio dell’Apocalisse a 100 secondi dalla mezzanotte, troppo vicino per stare tranquilli. L’orologio, creato due anni dopo lo sviluppo delle prime armi atomiche nel 1945, viene valutato annualmente dal Comitato Scientifico e di Sicurezza del Bollettino, che decide se spostare la lancetta dei minuti o tenerla al suo posto. La prossima volta che regoleranno l’orologio potrebbe essere ancora più vicino all’annientamento. Trattati già limitati sul controllo degli armamenti vengono stracciati perché le maggiori potenze dispongono di quasi 13.500 armi nucleari (più del 90% delle quali sono detenute solo dalla Russia e dagli Stati Uniti). La cessione di queste armi potrebbe facilmente rendere questo pianeta ancora più inabitabile. La Marina degli Stati Uniti ha già schierato testate nucleari tattiche W76-2 a basso rendimento. I passi immediati verso il disarmo nucleare devono essere inseriti nel programma mondiale. La giornata di Hiroshima, commemorata il 6 agosto di ogni anno, deve diventare un giorno più intenso di riflessione e protesta.

Catastrofe climatica

Un documento scientifico pubblicato nel 2018 reca un titolo sorprendente: “La maggior parte degli atolli sarà inabitabile entro la metà del ventunesimo secolo a causa dell’innalzamento del livello del mare, che aggraverà le inondazioni”. Gli autori hanno scoperto che gli atolli dalle Seychelles alle Isole Marshall potrebbero scomparire. Un rapporto delle Nazioni Unite (ONU) del 2019 ha stimato che 1 milione di specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione. A questo si aggiungono i catastrofici incendi boschivi e il grave sbiancamento delle barriere coralline, ed è evidente che non serve più soffermarsi sui cliché di questo o quel campanello d’allarme della catastrofe climatica; il pericolo non è nel futuro, ma nel presente. È essenziale che le grandi potenze, che non riescono a liberarsi totalmente dei combustibili fossili, si impegnino nell’approccio delle “responsabilità comuni ma differenziate”, stabilito alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo del 1992 di Rio de Janeiro. È significativo che paesi come la Giamaica e la Mongolia abbiano aggiornato i loro piani climatici all’ONU prima della fine del 2020, come stabilito dall’Accordo di Parigi, anche se questi paesi producono una minima parte delle emissioni globali di carbonio. I fondi impegnati nei paesi in via di sviluppo per la loro partecipazione al processo si sono praticamente prosciugati, mentre il debito estero è aumentato vertiginosamente. Ciò mostra una mancanza di serietà fondamentale da parte della “comunità internazionale.”

Distruzione neoliberista del contratto sociale

I paesi nordamericani ed europei hanno indebolito la loro funzione pubblica poiché lo stato è in mano ai profittatori e la società civile è stata mercificata da fondazioni private. Ciò significa che le strade per la trasformazione sociale in queste parti del mondo sono state ostacolate in maniera grottesca. Una grave disuguaglianza sociale è il risultato della relativa debolezza politica della classe lavoratrice. È questa debolezza che consente ai miliardari di stabilire politiche che fanno aumentare i tassi di fame nel mondo. I paesi non dovrebbero essere giudicati dalle parole scritte nelle loro costituzioni ma dai loro bilanci annuali; gli Stati Uniti, ad esempio, spendono quasi mille miliardi di dollari (se si aggiunge il budget stimato dell’intelligence) per la loro macchina da guerra, mentre ne spendono una minima parte per il bene pubblico (ad esempio per l’assistenza sanitaria, come è risultato evidente durante la pandemia). La politica estera dei paesi occidentali sembra essere ben lubrificata da accordi sulle armi: gli Emirati Arabi Uniti e il Marocco hanno accettato di riconoscere Israele a condizione di poter acquistare rispettivamente 23 miliardi di dollari e 1 miliardo di dollari di armi di fabbricazione statunitense. I diritti dei palestinesi, dei sahrawi e del popolo yemenita non sono stati tenuti in considerazione da questi accordi. L’uso di sanzioni illegali da parte degli Stati Uniti contro 30 paesi, tra i quali Cuba, Iran e Venezuela, è diventato una parte integrante della vita di questi paesi anche durante la crisi della salute pubblica causata dal COVID-19. È un fallimento del sistema politico quando le popolazioni del blocco capitalista non sono in grado di costringere i loro governi, che per molti versi sono democratici solo di nome, ad assumere una prospettiva globale riguardo a questa emergenza. L’aumento dei tassi di fame dimostra che la lotta per la sopravvivenza riguarda miliardi di persone del pianeta (tutto questo mentre la Cina è in grado di sradicare la povertà assoluta e di eliminare in gran parte la fame).

L’annientamento nucleare e l’estinzione a causa della catastrofe climatica sono minacce gemelle per il pianeta. Nel frattempo, per le vittime dell’assalto neoliberista che ha afflitto la generazione passata, i problemi a breve termine di sostenere la loro mera esistenza spostano le domande fondamentali sul destino dei nostri figli e nipoti.

Problemi globali di questa portata richiedono una cooperazione globale. Pressati dalle richieste degli Stati del Terzo Mondo negli anni ’60, le maggiori potenze accettarono il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968, ma respinsero l’importante Dichiarazione sull’istituzione di un nuovo ordine economico internazionale del 1974. L’equilibrio delle forze disponibili per guidare un simile programma di classe sulla scena internazionale non esiste più; le dinamiche politiche nei paesi occidentali, in particolare, ma anche negli stati più grandi del mondo in via di sviluppo (come Brasile, India, Indonesia e Sud Africa) sono necessarie per cambiare il carattere dei governi. È necessario un forte internazionalismo per prestare un’attenzione adeguata e immediata ai pericoli dell’estinzione: estinzione per guerra nucleare, catastrofe climatica e collasso sociale. Le sfide che ci attendono sono scoraggianti e non possono essere rimandate.

*Quest’articolo è stato prodotto da Globetrotter e tradotto in italiano da Pressenza

Noam Chomsky è un leggendario linguista, filosofo e attivista politico. È professore insigne di linguistica presso l’Università dell’Arizona. Il suo libro più recente è Climate Crisis and the Global Green New Deal: The Political Economy of Saving the Planet.

Vijay Prashad è uno storico, editore e giornalista indiano. È un tutor di scrittura e corrispondente capo presso Globetrotter. È il caporedattore di LeftWord Books e il direttore di Tricontinental: Institute for Social Research. È un senior non residente presso l’Istituto di Studi Finanziaridi di Chongyang, Renmin University of China. Ha scritto più di 20 libri, tra i quali The Darker Nations e The Poorer Nations. Il suo ultimo libro è Washington Bullets, con un’introduzione di Evo Morales Ayma.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *