Sull’intervista a Erasmo Palazzotto

Editoriali

di Oscar Monaco – Leggo l’intervista a Erasmo Palazzotto sul Manifesto sulla necessità di trasformare Leu in un partito e penso alla coazione a ripetere.In realtà in un passaggio lucido e onesto afferma che “se non succede” la soluzione sia la confluenza nel PD. Ora, io penso che l’assenza di una sinistra radicale, sinistra sinistra, sinistra di classe, ecc.. , chiamatela come volete, insomma una sinistra a sinistra del PD, non sia dovuta ad errori tattici, strategici (l’assoluta indipendenza e autonomia dal PD) o, come va di moda dire, di comunicazione, e nemmeno da tutti questi fattori messi insieme, più la censura mediatica e i pessimi sistemi elettorali. Penso che non esista una domanda sociale e dei corpi intermedi di qualsiasi natura più o meno organizzati in questa direzione. Detta brutalmente, non la vuole nessuno. Lo dico per lunga, ventennale esperienza in questo campo politico. Non esiste perché è venuta meno la faglia che ha prodotto negli ultimi trent’anni la necessità di una distinzione politico organizzativa tra tra sinistra cosiddetta riformista e sinistra cosiddetta radicale, le due sinistre, ossia l’egemonia indiscussa del modello politico economico neoliberale. Questo non vuol dire che è finito il capitalismo, ma che, appunto è finita l’egemonia di una sua specifica declinazione; non significa nemmeno che riemergono “naturalmente” istanze di sinistra, non significa nulla di meccanico o di scontato, ma semplicemente che la cesura tra sinistre così come si è data non è più attuale. Casomai oggi la frattura riguarda il campo avverso, dove si allarga la faglia tra destra liberale e destra sovranista. Insomma, io non faccio appelli ad entrare nel PD, mi rendo conto che non è ancora il momento, vi invito solo a riflettere.

tratto dalla pagina facebook di Oscar Monaco