Qualcosa non ha funzionato

Editoriali

di Andrea Guerrieri – La buona notizia di oggi è che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Regione Umbria e ha confermato la chiusura di asili nido e scuole d’infanzia fino al 21 febbraio, evitando situazioni di apertura/chiusura a macchia di leopardo che generano solo ulteriore incertezza e confusione. Qualcosa però evidentemente non ha funzionato.Qualcosa non ha funzionato, se ci troviamo nel mezzo di una tempesta pandemica con terapie intensive piene, ospedali da campo vuoti incapaci di accogliere nuovi malati Covid e con il personale sanitario non sufficiente (nei numeri) dopo tutti questi mesi di emergenza.Non ha funzionato qualcosa nemmeno nel tracciamento del virus. Tutto è finito in un caos generalizzato e i contagi sono cresciuti in modo importante anche tra giovani e giovanissimi. Si additano le responsabilità alle “varianti” che circolano in maniera incontrollata nel territorio e sulla scuola e sono stati presi provvedimenti anche superiori alle linee guida nazionali (senza considerare quello che accede pre e post di questa), ma chiedo, possibile che siano solo le scuole umbre a non essere sicure?La campagna di vaccinazione procede a singhiozzo. Anche qui, qualcosa non ha funzionato nell’individuazione della popolazione da vaccinare creando delle disparità, folli ed evidenti, tra nonni e super-nonni e non tenendo in considerazione tra le priorità altre fasce di popolazione più deboli o estremamente necessarie come studenti, personale educativo-scolastico.Infine, ma l’elenco sarebbe più lungo e meriterebbe maggiori approfondimenti non propriamente adatti alla piattaforma, qualcosa non ha funzionato se si paragonano gli insegnati ed gli educatori a baby-sitter, senza minimante comprende che per stare vicini alle famiglie, lasciate ancora una volta sole e alla deriva nel fronteggiare la tempesta, serve garantire servizi in maniera sicura e adeguata, sostenerle con congedi familiari e strumenti veri, non con dei bonus che, ancora una volta, servono solo da spot.

tratto dalla pagina facebook di Andrea Guerrieri