Partito Comunista Italiano dell’Umbria: «La nostra opposizione al governo Draghi»

Politica

“Il Partito Comunista Italiano dell’Umbria sarà all’opposizione del neonato governo Draghi che è il governo delle banche e della tecnocrazia e assumerà misure e provvedimenti insufficienti e/o antisociali e antipopolari nel campo della sanità, dell’economia e del lavoro.
Draghi è la negazione di quella svolta di cui l’Italia avrebbe bisogno per liberarsi da quel sistema economico liberista che ha distrutto la sanità pubblica, provocando disastrose conseguenze del virus, bloccato lo sviluppo del Paese, indebitandolo, riducendo i livelli dei redditi popolari e aumentando il numero dei disoccupati e la povertà. Draghi si muoverà in continuità con le vecchie politiche accentuandone i caratteri di classe e di destra,con qualche spruzzata di modernismo ambientalista, avendo sostanzialmente carta bianca poiché avrà, dentro l’esecutivo, un potere incontrastabile e incontrastato.
Non deve trarre in inganno il fatto che questo governo sia sostenuto dal Pd o da una sedicente sinistra. Da tempo queste forze hanno abbandonato il fronte di una lotta al fianco dei lavoratori, delle piccole imprese e dei ceti meno abbienti, per schierarsi nei fatti con le grandi imprese e il mercato.
Il governo Draghi è frutto della ennesima manovra trasformistica di Palazzo e di una corrotta politica di compra vendita dei voti e di cambi di appartenenza che alimenterà, nel Paese e tra gli elettori, una nuova devastante ondata di antipolitica.
E’ discutibile che il Presidente della Repubblica abbia potuto non solo assistere impassibile a questo spettacolo, ma svolgere una funzione di guida della crisi al confine dei suoi limiti costituzionali.
Il Pci, da ancor piccola ma coraggiosa forza quale è, fa appello a tutte le altre forze sociali e politiche comuniste, di sinistra, democratiche e progressiste per costruire subito un soggetto di opposizione e di lotta.
I comunisti italiani sono a disposizione per ricostruire, con urgenza, quello che nel nostro Paese, sciaguratamente, non c’è: una nuova Sinistra”.