Un congresso in contropiede

Politica

Provando a sintetizzare l’ultimo passaggio politico che ha determinato il cambio di governo mi avvalgo come faccio spesso delle categorie d’analisi gramsciane: ho la sensazione che il nodo si sia stretto legando i capi del sovversivismo delle classi dirigenti (Renzi), cioè la piccola borghesia a rischio di proletarizzazione il cui “volto sinistro è un mezzo di ricatto” che “nei momenti decisivi va sempre a destra”, sovversivismo a cui, spiega Gramsci, è correlativo il “sovversivismo dall’alto, “cioè una politica di arbitrii e di cricca personale”, e della funzione della rivoluzione passiva (Draghi) come “processo di ammodernamento dello stato” sotto un potente portato ideologico, e basta guardare l’intensità con cui i mass media dispiegano una propaganda ai limiti dell’adulazione, e la cui premessa consiste in una soluzione di cui “siano già state covate le condizioni necessarie”, cioè l’egregio lavoro preparatorio svolto col piano di resilienza. In mezzo, col rischio di venire soffocato da questo nodo, ci sta, come ho già provato a spiegare, l’embrione di un blocco storico, con un profilo sociale non ancora maturo, ma tutt’altro che evanescente; d’altra parte proprio Gramsci ci avvisa del pericolo di restaurazione che soggiace ad ogni rivoluzione passiva.
Il futuro di questo blocco dipenderà dal grado di autonomia che i soggetti politici che hanno l’onere di rappresentarlo sapranno costruire non tanto nei rapporti di coalizione, quanto nella capacità di far avanzare la battaglia politica sulle premesse indicate nell’azione del governo precedente, che ha fatto proprio, determinandone in sede europea tramite i partiti di riferimento, il Next Generation EU che, presentato a reti unificate come una sorta di manovra di bilancio, è in realtà, profondamente, un manifesto politico, forse il primo manifesto politico vero dell’Unione Europea del nuovo mondo multipolare.
In questo quadro giunge come una buona notizia il rilancio in “contropiede”, nel PD, del tema congressuale, da parte di Zingaretti e Bettini, che rischiava di rimanere ostaggio di una componente renziana la cui aggressività è direttamente proporzionale all’impopolarità elitista che riscuote nel paese reale. Un congresso che discuta del ruolo del partito nella società e del ruolo della sinistra e dei progressisti in Italia e in Europa, perché per dirla con le parole di Alfredo Reichlin, “si apre, per la sinistra, un vastissimo campo d’azione che ha come presupposto la conoscenza della realtà e un lavoro di ricostruzione della potenzialità di lotta, Lotta. Bisognerebbe riscoprire questa parola che sembra dimenticata.”

Oscar Monaco