Anche la Guerra Fredda non è più quella di una volta

Editoriali

di Gianni Cuperlo – Oggi una semplice informazione di servizio (per chi fosse interessato). E un post scriptum (per chi abbia tempra di arrivare in fondo al post). Dunque, sul capitolo ristori che da tempo è in cima alle ansie di un pezzo di paese, il quadro delle informazioni disponibili (ottimo il resoconto su Huffington di Giuseppe Colombo da cui attingo il merito della nota) dovrebbe essere quello che segue.“I nuovi aiuti a imprese, bar, negozi e partite Iva si articoleranno in cinque fasce.Per imprese, partite Iva e professionisti il requisito consiste in una perdita di almeno il 30 per cento del fatturato nel 2020 rispetto all’anno precedente.Come riferimento per il calcolo sarà presa la perdita media mensile registrata nel 2020, messa a confronto con la perdita media mensile del 2019. A differenza dei decreti Ristori del governo precedente non saranno più presi in considerazione i codici Ateco, quelli che identificano le attività. Il criterio per avere gli aiuti diventa ora la perdita del fatturato. Per tutti. Le risorse andranno a circa cinque milioni e mezzo tra grandi imprese e partite Iva con un fatturato fino a 10 milioni di euro all’anno. Dentro questa platea ci sono anche circa 800 mila professionisti, dagli architetti agli ingegneri, e più in generale tutti gli autonomi iscritti agli Ordini professionali. Gli aiuti andranno anche alle startup e alle imprese nate nel 2019 e nel 2020.Alla perdita media mensile registrata nel 2020 rispetto all’anno prima si applica una percentuale, che va dal 20 al 60 per cento. Più l’attività fattura, minore sarà la percentuale e quindi l’importo dei soldi. Questo per tutelare le realtà più piccole. Una volta applicata la percentuale si arriva a determinare l’importo dell’indennizzo.Come detto, le fasce per gli indennizzi sono in tutto cinque. Per le attività che hanno un fatturato fino a 100 mila euro l’anno si applicherà la percentuale del 60 per cento. Da 100 mila a 400 mila euro la percentuale scenderà al 50 al 40 per cento.Per chi ha un fatturato compreso tra 400 mila e 1 milione, al 30 per cento.Da 1 milione a 5 milioni, al 20 per cento.Per capirci, un bar che nel 2020 ha fatturato 120 mila euro e ha registrato una perdita media mensile di 10 mila euro avrà un indennizzo di cinquemila euro. E questo perché alla perdita di 10 mila euro si applicherà la percentuale del 50 per cento (quella per chi ha un fatturato compreso tra 100 mila e 400 mila euro). L’importo degli indennizzi sarà compreso tra un minimo di 1.000 euro per le persone fisiche e un massimo di 150 mila euro per le imprese. L’importo medio per una partita Iva sarà di 3.700 euro. I soldi saranno a fondo perduto, cioè accreditati direttamente sui conti correnti dei titolari delle attività. Ma ci sarà la possibilità di utilizzare la stessa cifra sotto forma di compensazione fiscale, come credito d’imposta.Sogei, la società di Information Technology, metterà a punto una piattaforma digitale entro il 30 marzo. Le domande per ricevere i soldi andranno compilate sul portale. Bisognerà inviare un’autocertificazione con i dati richiesti entro 60 giorni dall’apertura delle domande. I bonifici, effettuati dall’Agenzia delle Entrate, partiranno tra l′8 e il 10 aprile e si concluderanno entro la fine dello stesso mese.Oltre agli 11 miliardi per gli indennizzi, il Governo stanzierà circa 900 milioni per un’indennità una tantum di 2.400 euro (in tre tranche da 800 euro) a circa 400 mila lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo e delle terme. Un’indennità anche a circa 200 mila collaboratori sportivi. Ai titolari degli impianti da sci e alle altre attività legate alla montagna anche 600 milioni, aggiuntivi agli indennizzi, che confluiranno in un Fondo. Sarà la Conferenza Stato-Regioni a ripartirli. Cento milioni andranno al settore del wedding, il comparto dei matrimoni. Previsto uno stanziamento di un miliardo e mezzo da destinare al Fondo per l’esonero contributivo degli autonomi.”Fino qui lo schema ripreso da Colombo su Huffington.Buona giornata e un abbraccioPS. Ecco, dimenticavo il post scriptum. Leggo stamane dai giornali che il presidente russo Putin avrebbe replicato al presidente americano Biden (che lo ha definito, più o meno, un killer) con le parole “Specchio riflesso…chi lo dice…”. Così ho ripensato alla dura e secca replica che da bambini si sentiva dire in risposta alle offese peggiori (del tipo “sei un cretino”). Suonava, “Chi lo dice, chi lo è, cento volte più di me…”.C’è poco da fare: anche la Guerra Fredda non è più quella di una volta!