Piano sanitario regionale dell’Umbria: le critiche dell’Università

Politica

Oggi il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Perugia ha ratificato il Decreto Rettorale del 18.01.2022 attraverso il quale ha reso un parere molto critico sul Piano Sanitario Regionale 2021-2025. Come Sinistra Universitaria -Udu Perugia e Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria, esprimiamo le nostre criticità, in concordanza con quelle individuate dall’Ateneo stesso, nei confronti di un Piano che dimostra la totale incapacità del Governo Regionale di cogliere le reali esigenze del suo territorio, escludendo l’Università ed altri enti dalla sua programmazione e predisponendo una Sanità Pubblica incapace di accogliere i propri cittadini e di garantire loro un diritto costituzionale fondamentale.

“Appare incredibile che nel Piano Sanitario Regionale l’Università abbia un ruolo totalmente marginale. – dichiara Aleph Bononi, Vice coordinatore della Sinistra Universitaria – Udu Perugia – il Governo regionale ha riservato pochissimo spazio al tema della formazione professionale, dimostrando di non voler investire sulla formazione dei futuri professionisti sanitari nel territorio, né di avere una visione di prospettiva sull’incremento dell’attrattiva della nostra Regione. In talsenso manca un chiaro riferimento all’azienda ospedaliera-universitaria integrata, uno strumento che necessiterebbe di importanti miglioramenti, soprattutto dal punto di vista formativo e della condizione degli studenti tirocinanti. Inoltre non c’è traccia dell’inserimento di un medico di base per gli studenti fuori sede, i quali, non potendo usufruire di assistenza sanitaria sul territorio, sono tagliati fuori dal Sistema Sanitario Regionale”.

“Risulta completamente trascurata la questione della salute mentale” aggiunge Caterina Bigini, coordinatrice regionale di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria “È inesistente una programmazione di investimenti strutturali sul tema, che oggi risulta centrale e di grande rilevanza, soprattutto a seguito delle gravi conseguenze della pandemia sulla condizione psicologica dei giovani. Considerando anche il passo indietro fatto a livello nazionale sul bonus psicologico, ravvisiamo con profonda amarezza l’assurdo disinteresse della classe politica per una problematica così urgente. A dimostrazione delle logiche vecchie e logore con cui il Governo Regionale intende gestire il territorio, segnaliamo anche l’assenza di programmazione e finanziamenti dei consultori, la cui possibilità di operato è già oggi estremamente ridotta a causa di un sotto-organico e di un definanziamento inaudito. E questo, oltre a creare enormi problemi sulla garanzia di un servizio fondamentale, rende anche più difficili la programmazione di altri temi, primo fra tutti quello dell’educazione sessuale ai più giovani”.