Il governo spagnolo del Primo ministro Sanchez in accordo con i due principali sindacati del paese, Ugt e Comisiones obrera, ha innalzato il salario minimo a 1.000 euro al mese per 14 mensilità.
Si tratta di un aumento di 35 euro rispetto alla soglia di salario minimo prevista per l’anno appena trascorso, che andrà sin da subito ad interessare circa 2 milioni di lavoratrici e lavoratori.
Il provvedimento, presentato dalla ministra spagnola al lavoro e vicepremier Yolanda Diaz (Unidas Podemos) avrà un effetto retroattivo a partire dal 1 gennaio 2022, e rende ancor più chiaro come il governo di sinistra spagnolo voglia puntare “su un modello di società, di impresa e di mercato del lavoro che non siano basati su salari bassi”.
Non si è fatta attendere la reazione della Confederazione Spagnola delle Organizzazioni aziendali (l’equivalente della nostra Confindustria) secondo la quale non era il momento opportuno per fissare un aumento del salario minimo, visto il “contesto economico di incertezza”.
tratto da Sinistra in Europa