Bonaccini? Non prolunghiamo una straziante agonia

Editoriali

di Oscar Monaco – L’idea di rompere con quello che è il primo partito in tutto il sud e le isole, con punte in Campania sopra il 40%, per imbarcarsi uno che non ha preso neanche i voti dei parenti stretti, consegnando l’Italia alla destra post fascista, riuscendo contemporaneamente a portare il PD sotto il 20% con una campagna in cui si è sbagliato praticamente tutto ciò che era possibile sbagliare, non è il semplice fallimento di un gruppo dirigente guidato da un clamoroso analfabeta politico come Letta.

Si tratta della fine della funzione storica di un aggregato politico che, fatta eccezione per qualche realtà geograficamente circoscritta tra Emilia e Toscana, ormai rasenta l’irrilevanza in gran parte del paese.

Pensare di affidare le sorti del PD a un Bonaccini qualsiasi, che peraltro è stato praticamente l’ispitatore fin dall’inizio della linea suicida del segretario, eludendo il tema cruciale dell’assenza nel panorama politico nazionale di una forza politica socialdemocratica, significherebbe unicamente prolungare una straziante agonia.