di Federico Santi – Niente analisi della sconfitta per me quest’anno, già fatta mesi fa senza pathos (sarà la vecchiaia), solo alcune considerazioni.
La destra non ha un voto in più di qualunque altra elezione repubblicana, li ha solo redistribuiti: il destro, si sa, salta da un Messia all’altro senza tregua.
Con un numero così alto di parlamentari eletti con i colleghi uninominali, Letta ha terremotato il centrosinistra rompendo sia con Conte che con Calenda (Renzi conta zero). Risultato? Regalati il 98% dei colleghi uninominali.
Buoni risultati di Conte (che ha raccolto solo elettori di sinistra), Sin-Verdi e Unione Popolare (solo dei marziani potevano pensare di prendere più dell’ottimo 1.5% con l’ennesima pallucca inventata da un mese): l’area di sinistra vera (per quanto disarticolata per scelte tattiche incompatibili) non è mai stata così importante in Italia da trenta anni.
I trionfatori di 5 anni fa (Salvini e Di Maio) sono finiti; un monito alla sobrietà per i vincitori di oggi.
Un ultimo passaggio sull’inconsistenza di Paragone e Rizzo: mi riempie di gioia.