Piccolotti: «Duemila lavoratori sono o no un’emergenza per il governo?»

Lavoro

Da stamattina circa 2000 lavoratori di 145 imprese appaltatrici di Acciaierie d’Italia, ex-Ilva di Taranto, sono sospesi a tempo indeterminato, perché sospesi sono gli ordini su cui erano impiegati.

Non lavoreranno, non hanno più il badge per entrare nello stabilimento, non sanno quale sarà il loro futuro.

Per migliaia di persone a Taranto questa è una assoluta emergenza.

Lo è per i lavoratori e le lavoratrici, per le loro famiglie, per i titolari delle imprese appaltatrici, per i negozianti della città, per gli amministratori del territorio.

Ma a Palazzo Chigi invece le emergenze sono altre: è urgentissimo arrestare chi balla ai rave, perseguitare chi soccorre i naufraghi, aiutare chi gira ogni giorno con 5000 euro in contanti e coprire gli speculatori dell’energia con i loro extraprofitti.

Noi siamo basiti, tanto più che lo Stato italiano è azionista di Acciaierie di Italia.

Per questo sto depositando un’interrogazione per capire se il Governo intenda o meno intervenire per tutelare l’occupazione a Taranto e puntare con determinazione ad una vera riconversione ecologica del sito.

Elisabetta Piccolotti