La Giunta Regionale dell’Umbria ha fatto uscire il bando per il previsto nuovo inceneritore in piena campagna elettorale, con scadenza gennaio 2025 quando sarà cambiata non solo la Giunta ma, si spera, anche la maggioranza consiliare. I cittadini umbri potranno scegliere attraverso il voto se confermare o meno questa scelta illogica e avventata. Si tratta di un investimento dichiarato da 150 milioni di euro con una analisi dei costi risibile che affonda i suoi riferimenti nel lontano 2007, studiando i dati dell’inceneritore di Parma (uno dei più recenti) non c’è dubbio che supereremo di molto i 200 milioni. E’ davvero insensato che ci si impegni in tal senso con una impresa privata a pochi mesi dalle elezioni sapendo che questi impianti hanno una necessità di scala molto superiore alle tonnellate conferite in discarica dalla regione Umbria. Questo è solo un tentativo, maldestro, di mettere in sicurezza un business rispetto alla possibilità che una nuova giunta fermi il progetto ed è quindi il segno inequivocabile che il nuovo piano dei rifiuti è stato scritto tenendo in conto più gli interessi privati e speculativi che il bene comune, la salute pubblica e la tutela ambientale. Tutto ciò è confermato dall’aumento dei conferimenti in discarica nel 2023 (ben 179.000 ton, 7.000 in più dell’anno precedente), un dato molto anomalo che conferma il disinvestimento programmato di questi anni nelle filiere del recupero e del riciclo.