Le parole di Papa Francesco nell’udienza generale sono un atto di accusa verso le politiche anti-immigrazione del governo italiano e della Commissione Europea. Le parole del Papa rappresentano una condanna anche per i governi precedenti. Noi siamo un partito laico ma non possiamo non constatare che chi invoca le radici cristiane dell’Europa o sventola crocifissi per giustificare la xenofobia e il razzismo sicuramente è responsabile di quello che Papa Francesco definisce “peccato grave”. Raramente purtroppo capita di ascoltare tanto calore verso chi salva e accoglie e invece di condanna netta verso chi attua, da anni, i respingimenti.
La posizione di Papa Francesco sull’immigrazione coincide con quella che come Rifondazione Comunista sosteniamo da tanti anni e implica l’abrogazione delle norme vigenti nel nostro paese di cui porta la responsabilità non solo la destra ma anche un centrosinistra che con Minniti ha inseguito la demagogia della destra. Sono parole di monito anche guardando a quando, nel 2026, entrerà in vigore il Patto europeo su immigrazione e asilo che sancirà, in mancanza di una reale opposizione, la scomparsa dei diritti di chi fugge a salvarsi la vita. E se il Papa invita a pregare è compito nostro impegnarsi concretamente per impedire che tale crimine possa realizzarsi.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea