Caponi: “Accolgo la proposta di Goracci per un’unica lista comunista e di sinistra”

Sinistra

Il Corriere dell’Umbria ha pubblicato oggi un pezzo del leader del Partito Comunista Italiano in Umbria Leonardo Caponi che tratta della legge elettorale regionale dell’Umbria. Molto interessante il fatto che nella parte finale dell’articolo Caponi dichiara di accogliere la proposta di unificare tutte le forze alla sinistra del campo largo avanzata dall’ex deputato, già consigliere comunale a Gubbio, due volte consigliere regionale in Umbria e due volte sindaco di Gubbio Orfeo Goracci. Si prospetta una lista Caponi Goracci?

Di seguito il pezzo di Caponi e poi quello di Goracci, entrambi apparsi e presenti sulle loro pagine facebook.

LA LEGGE TRUFFA

Nel 1953, agli albori della Repubblica democratica, Presidente del Consiglio De Gasperi, la Democrazia Cristiana avvalendosi dei suoi alleati fece approvare dal Parlamento una legge elettorale che passò alla storia come la “legge truffa”. Stabiliva che il partito che prendesse il 50 per cento più uno dei suffragi aveva diritto ad un premio di maggioranza che lo portava ad avere il 65% dei seggi parlamentari. Contro questa legge si scatenò l’Italia di sinistra e democratica, che condusse una battaglia epica nelle piazze e nelle aule di Camera e Senato. Nonostante la fortissima opposizione di Pci e Psi la legge passò e fu applicata nella successiva tornata elettorale, dove però la Dc mancò l’obiettivo della maggioranza assoluta, per poi essere abolita.
La legge del ’53 e il suo impianto autoritario, impallidiscono di fronte alla legge elettorale regionale con la quale si terranno le ormai vicine elezioni. Quest’ultima stabilisce che la coalizione o il partito (o in questo caso il candidato/a Presidente che sono la stessa cosa) che prenda la maggioranza anche relativa e qualunque essa sia, dei voti usufruisce di un premio di maggioranza che gli consegnerà il 60 per cento dei seggi del Consiglio regionale, cioè 12 su 20. In linea teorica questo significa che se ci sono 9 liste che prendono tra il 9 e il 10 per cento dei voti e ce n’è una decima che prende l’11 per cento, questa con l’11 prende il 60 per cento dei seggi consiliari. E’ pur vero che si tratta di una ipotesi di scuola, di un principio difficilmente riscontrabile nella realtà; ma è con i principi che si è fatta la Costituzione e con i principi si debbono regolare i rapporti nella buona politica e tra gli uomini.
Ma in questa norma c’è una “chicca”, ancora più grossa. Per eleggere un Consigliere regionale ci vuole l’8 per cento dei voti nel caso di lista singola che corra da sola e il 4 per cento nel caso di lista che appartenga ad una coalizione con altre liste. Ora, l’8 per cento sono 50 mila voti. Una città quasi come Foligno. Nelle recenti comunali a Perugia hanno votato nemmeno 80 mila elettori. E’ possibile tenere fuori dal Consiglio regionale la libera espressione di quasi 50 mila elettori?! Solo perché intendono compiere una scelta autonoma non coalizzandosi con altri?! Se devo essere franco, a mio giudizio è una roba da matti! E’ evidente che si tratta di una misura fatta apposta per costringere e stringere gli elettori in due soli grandi blocchi l’uno di centro destra, l’altro che si definisce di centro sinistra, sopperendo con una autoritaria misura di ingegneria elettorale alla incapacità e alla fatica di confrontarsi con una varia e complessa società regionale. La cosa nel contempo buffa e stucchevole è poi quella che quegli stessi che fanno questa norma si lamentano, o meglio versano lacrime di coccodrillo, quando va a votare meno del 50 per degli aventi diritto.
La legge fu fatta dal Pd quando era ancora convinto di avere almeno la maggioranza relativa e poter vincere le elezioni. Ci fu, è evidente in maniera esplicita o implicita, una complicità della destra che per molti anni, anche nella seconda repubblica, ha accettato di svolgere in Umbria un ruolo da comprimario. Il Pd ha utilizzato l’arma del voto utile (che espropria il diritto dell’elettore a votare per chi più gli aggrada) per stroncare ogni opposizione alla sua sinistra.
Nei giorni scorsi ho letto, su queste stesse colonne, una proposta di Orfeo Goracci per unificare tutte le forze alla sinistra del campo largo. Io sono per accogliere la questa proposta per dare una alternativa al “centro sinistra” e al centro destra che sono, spesso, due facce della stessa medaglia.

Leonardo Caponi

ELEZIONI REGIONALI E LA SINISTRA CHE NON C’E’.

A novembre (mese probabile) saremo chiamati al voto per eleggere il Presidente e il nuovo Consiglio Regionale dell’Umbria.
Abbiamo già diversi candidate/i al ruolo di Presidente (governatore mi piace meno), poco si è letto o sentito di programmi.
Stando alla semplice lettura politica pongo una domanda a me stesso e forse a qualche migliaio di umbri.
Un comunista non pentito come me, tanti compagni, pacifisti, vittime del capitalismo e del liberismo sfrenato che ha portato fasce di popolazione sempre più all’impoverimento, per chi dovrebbero votare?
Ovviamente noi non votiamo e non voteremo mai a destra, ma come facciamo a votare la “non destra”?
Il “campo largo” dell’Umbria ha dentro tutto e il contrario di tutto. C’è il PD partito pilastro delle politiche guerrafondaie di USA, Nato, UE che non hanno il coraggio di schierarsi con nettezza e senza infingimenti contro il massacro di civili a Gaza e sono per invio di armi d’attacco contro la Russia in Ucraina. Parliamo del partito architrave del sistema economico finanziario speculativo che sostiene e vota in Europa la Von der Leyen. C’è Renzi, quello della soppressione dell’articolo 18, dei tagli alle pensioni. E c’è il partito di Grillo e Conte e non capisco su cosa possa andare d’accordo con Renzi e il renzismo. Non possono mancare i partiti degli “strapuntini di potere e sottopotere” che fanno finta di non essere d’accordo col PD, ma poi votano e si adeguano a tutte le loro scelte perché rappresenta l’azionista di maggioranza, prototipo di questo comportamento è AVS. Alle Europee ho votato e pubblicamente sostenuto Pace Terra Dignità (tra l’altro a Gubbio ha ottenuto la percentuale più alta delle città “grandi” umbre 3.7%), banalmente mi chiedo cosa può avere in comune su un tema come la pace e la guerra con il Pd che ho prima descritto? Ci sono i socialisti e viene subito da chiedersi quali, i “pertiniani”, sempre meno, o i craxiani/forzisti…e potrei continuare.
Mi rendo conto che per me è “facile” scegliere chi non votare, più problematico e difficile dire a chi dare il consenso.
Per colpe di tanti a sinistra non siamo mai riusciti a mettere insieme un cartello/fronte in grado di rappresentare uno schieramento ampio che pure è diffuso e presente (in maniera minoritaria) anche tra elettori dei partiti “governisti”. Non dovrebbe essere difficile trovare convergenza su azione pacifista e contro la guerra, contrasto al capitalismo finanziario speculativo e il liberismo sfrenato che nega diritti, impoverisce, sfrutta le classi sociali più deboli, a difesa di salute e ambiente. Certamente sanità, scuola, trasporti sono un perno del nostro pensiero e la nostra azione. Su questi punti sembrano dire cose simili anche i “liberali” del campo largo, ma una domanda sorge spontanea: quando e dove hanno governato a Roma come nelle regioni, cosa hanno fatto su questi campi? Aziendalizzazioni, mercato, tagli. Certo fare più male di Tesei e Coletto sarà impossibile, ma questi hanno trovato strade aperte e ben predisposte.
Visti i tempi non credo che ci siano i margini per creare questo soggetto in grado di incidere e pesare oltre a fare nobile testimonianza.
In mancanza di ciò o non si vota, o si vota chi si sente meno lontano. Questo forse c’è anche se si deve avere la consapevolezza che con l’antidemocratica legge elettorale umbra (alla quale votai contro a suo tempo) vincere o anche solo eleggere un rappresentante non sarà cosa facile.
Proviamo a vedere se ci sono ancora margini per riaggregare un polo alternativo a partire dai comunisti, se non ce la faremo, dovremo scegliere e votare chi sentiamo più vicino.

Gubbio 20 agosto 2024
Orfeo Goracci