Di Uwe Sattler – Pressenza
L’Autorità per i partiti politici europei e le fondazioni politiche europee probabilmente non ha molto da fare. Il suo compito è quello di registrare e monitorare le famiglie dei partiti europei e i loro think tank. Attualmente esistono dieci di queste alleanze multinazionali, che vanno dal conservatore Partito Popolare Europeo (PPE) ai Verdi europei, a vari partiti di destra e al Partito della Sinistra Europea (EL). I rispettivi gruppi politici al Parlamento europeo sono in gran parte formati dalle loro fila. Soprattutto, però, i partiti e le fondazioni europee riconosciute possono ricevere finanziamenti dal bilancio dell’UE; per il PPE quest’anno potrebbero essere 13,6 milioni di euro, per l’EL addirittura 1,9 milioni di euro.
Tuttavia, con una lettera del 29 agosto, l’autorità ha ricevuto una richiesta molto controversa: l’“Alleanza della Sinistra Europea per i Popoli e il Pianeta” (ELA) chiede di essere approvata come partito politico europeo. “L’Alleanza riunisce partiti di sinistra, verdi e femministi con l’obiettivo di costruire un’Europa diversa”, si legge nello statuto presentato. Il progresso sociale e i diritti dei lavoratori, la pace, la solidarietà e l’uguaglianza, la giustizia climatica e la protezione dell’ambiente sono citati come punti a favore. Il nuovo partito vuole lottare contro i “dogmi neoliberali”, sottolinea il preambolo. I documenti di registrazione sono stati firmati da La France insoumise, dall’Alleanza di sinistra finlandese, dal polacco Razem e dallo spagnolo Podemos, dal Bloco de Esquerda portoghese, dall’Alleanza rosso-verde danese e dal Partito della Sinistra svedese.
Con la richiesta di ammissione, la spaccatura dell’EL è ora anche legalmente conclusa. Questa è stata preceduta da un conflitto all’interno della Sinistra europea, scatenato dalla guerra russa contro l’Ucraina e dal ruolo della NATO come garanzia di sicurezza contro eventuali ulteriori piani di aggressione da parte di Vladimir Putin. Mentre la sinistra europea settentrionale e i partiti di sinistra-verdi vedono i pericoli posti dal presidente russo come reali, data la loro vicinanza al conflitto, i partiti di sinistra dell’Europa meridionale tendono a vedere nella Nato il motore dell’escalation. Al congresso elettorale di Vienna alla fine del 2022, l’EL si è salvata con un compromesso: Nella dichiarazione finale è stato trovato un comune – minimo – denominatore con la condanna dell’aggressione russa come crimine e la richiesta di un immediato cessate il fuoco.
Ci sono anche discrepanze nelle strutture dell’EL. I meccanismi di lavoro, come il rigido principio dell’unanimità, non corrispondono più allo stato attuale e alla struttura dell’alleanza, ha dichiarato a “nd” il presidente dell’EL Walter Baier. Secondo Baier, si critica anche il fatto che i partiti comunisti in particolare, che alle elezioni europee hanno ottenuto risultati peggiori rispetto ai loro rivali nazionali di sinistra, siano sovrarappresentati nei comitati dell’EL. In vista dell’imminente spaccatura, la Sinistra europea aveva formato un gruppo di lavoro per presentare le prime proposte di riforma in ottobre.
Tuttavia, i partiti dell’ELA non hanno voluto aspettare fino a quel momento. Non è chiaro cosa dovrebbe essere effettivamente diverso dall’EL; i programmi sono quasi identici. Non è altrettanto chiaro come i due partiti della sinistra europea intendano cooperare. È piuttosto improbabile che si arrivi allo scontro. Ciò porterebbe il conflitto nel gruppo di sinistra del Parlamento europeo, che è già considerato difficile a causa della sua composizione molto eterogenea. Lo sottolinea anche l’icona della sinistra italiana Luciana Castellina in un commento sul quotidiano partner “nd” Il Manifesto: all’inizio della legislatura, a luglio, la minaccia di una scissione “ha portato a difficili discussioni sulla composizione, sui metodi di lavoro e sugli equilibri interni” al gruppo. Alla luce della scissione ormai avvenuta, Castellina sottolinea che “sarebbe stato meglio mantenere lo spirito unitario, anche se ci sono stati profondi e necessari cambiamenti”.
La misura in cui il Partito della Sinistra tedesca è coinvolto nella fondazione della nuova alleanza di partito – a parte la sua partecipazione all’incontro di Copenaghen – rimane poco chiara. Una risoluzione approvata dall’esecutivo del partito il 9 luglio sottolinea la necessità di una sinistra forte in Europa “per rappresentare gli interessi dei lavoratori, dei giovani e degli anziani”. Allo stesso tempo, però, si rammarica che “molti importanti partiti di sinistra non siano più membri” dell’EL. Il documento dichiara che “l’obiettivo finale” è un “partito di sinistra europeo con il maggior numero possibile di forti partiti di sinistra, che si scambiano opinioni sulle grandi sfide del nostro tempo e, nel migliore dei casi, sono in grado di agire insieme”. In questo contesto, un gruppo di lavoro si occuperà di dialogare con i partiti interni ed esterni “sul futuro di una sinistra europea unita”. Al prossimo congresso federale del partito, si prevede di prendere in considerazione l’eliminazione del riferimento all’EL dalla costituzione. L’appartenenza all’EL è già prevista dal paragrafo 1.
L’articolo di Uwe Sattler intitolato “Europalinke times two” è stato pubblicato da nd Journalismus von Links. Desideriamo ringraziarvi per aver acconsentito alla sua pubblicazione
tratto da https://www.sinistraineuropa.it/