Potere al Popolo: “Le macerie della sinistra radicale non sono le nostre”

Sinistra

UN PICCOLO PASSO, UN’ALTRA CONFERMA. ORA COSTRUIAMO L’OPPOSIZIONE AL GOVERNO MELONI!

  1. ORGANIZZARE POTERE AL POPOLO, SCRIVERE INSIEME UN NUOVO PROGRAMMA!

Mentre continueremo l’attività delle Case del Popolo, il sostegno ai movimenti sociali, la campagna per la Palestina e contro l’Autonomia Differenziata, dovremo ricavarci del tempo per fare un passo in avanti. Su questo dobbiamo essere duri con noi stessi: la nostra generosità militante, il nostro gettarci per sostenere mille battaglie, spesso ci toglie tempo alla strutturazione della nostra organizzazione. Dobbiamo invece ricavarci più tempo per discutere e crescere politicamente, per formarci, per consolidare la nostra organizzazione interna.

Da questo punto di vista, la prima cosa che dobbiamo fare è rimettere mano al nostro programma politico. Sappiamo che in Italia i programmi vengono giudicati poco importanti, che si parla più dei leader, degli accordi sottobanco, delle apparenze. Ma appunto, noi vogliamo fare tutto al contrario. Vogliamo scrivere un programma ambizioso, che raccolga il meglio di quanto espresso dalle forze popolari e prodotto da intellettuali radicali, vogliamo avviare un percorso di ascolto delle nostre assemblee e rendere più forte la nostra identità e il nostro orientamento pratico.

Crediamo che un programma politico innovativo, conosciuto dai nostri migliaia di militanti, argomentato, che non si limiti alla ripetizione di vecchie ideologie ma sappia declinare il socialismo nelle forme attuali di un paese a capitalismo avanzato, possa incuriosire, aggregare, farci notare, uscire dalla nicchia che ci disegnano attorno. Ovviamente, per arrivare a questo obiettivo, ci vuole tempo e lavoro di tutti i militanti. Ci vuole ascolto e confronto con figure anche esterne alla nostra organizzazione.

Per questo intendiamo avviare da subito un percorso che ci porti a tenere, a inizio dicembre, un’assemblea nazionale a Roma, in modalità diverse dal solito, della durata di due giorni e con un sistema di delegati dalle assemblee territoriali che possano effettivamente contribuire su diversi tavoli di dibattito. Su questo seguiranno a breve maggiori comunicazioni.

Sulla base di quanto individuato in questa assemblea, lanceremo la nostra campagna di tesseramento dell’anno prossimo e una grande iniziativa politica a febbraio, in cui presenteremo il nostro programma, la nostra linea e apriremo un campo con tutti quelli che intendono fare vera opposizione al Governo Meloni. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo giocato una partita importante dentro Unione Popolare (UP) con l’obiettivo di mantenere una prospettiva politica indipendente e radicata nel tessuto sociale del paese; una battaglia che si è scontrata con le tendenze, anche all’interno di UP, di riproporre quelle ambigue alleanze “a sinistra” cui pure la lista elettorale di Michele Santoro strizzava l’occhio. Aver tenuto in quel frangente il punto fermo come Potere al Popolo, ci mette oggi in condizione di lavorare per rappresentare quello spazio politico manifestatosi con il fallimento elettorale di “Pace, Terra e Dignità” e concretizzatosi con la nostra manifestazione del 1 Giugno.

In ultimo, il nostro Coordinamento ha affrontato anche il punto delle elezioni regionali. Su questo invieremo un altro comunicato, perché i dettagli della nostra partecipazione in Liguria, in Umbria, in Emilia-Romagna sono in via di definizione essendo impegnati in queste settimane nella necessaria raccolta firme per la presenza nelle urne di un campo popolare autonomo e indipendente. Quello che è certo, infatti, è che, a differenza di altre forze della sinistra, che hanno una linea ondivaga, noi abbiamo le idee molto chiare. Pensiamo che sia urgente costruire in questo paese un’alternativa alla destra e al centrosinistra, perché entrambi i blocchi sono d’accordo sull’essenziale quando si parla di economia, di politica internazionale, di gestione delle nostre città, di esclusione sociale, di sfruttamento lavorativo. Questo è sempre stato il compito di chi si voleva davvero “rivoluzionario”, perché il sistema politico italiano ha comprovato, nel corso di decenni, di riuscire ad assorbire e digerire tutto senza restituire nulla.

Sappiamo che essere autonomi e alternativi non è un compito facile, soprattutto in un momento in cui i soggetti sociali che sarebbero interessati a rompere questo mondo sono depressi, si astengono, non credono più in nulla. Sappiamo di pagare l’eredità di una sinistra che si diceva “comunista” o “radicale” e poi – con la scusa di Berlusconi o del pericolo fascista – si è ripetutamente alleata, in posizione subordinata, con i liberisti e i vecchi gestori del potere a livello nazionale e locale, tradendo, compromettendosi, senza peraltro mai ottenere nemmeno lo straccio di una misura sociale. Così come sappiamo di pagare l’eredità del 5 Stelle che, partito con dichiarazioni dirompenti, si è subito, per la sua mancanza di visione politica e radicamento territoriale, lasciato cooptare da chiunque, tradendo le aspettative popolari, integrandosi in pochissimi anni dentro il sistema, finendo a scindersi per questioni di leadership personali come la vecchia sinistra.

Ma sappiamo anche che queste macerie ingombrano il nostro cammino per fortuna non sono le nostre. Sappiamo che si può liberare la strada e costruire case nuove, anche se ci vorrà un po’ di pazienza e determinazione. Lo hanno fatto in diversi paesi del mondo, lo si è fatto in Italia in passato, non vediamo perché non possa accadere di nuovo. Certo, un simile compito richiede organizzarsi, mettere su una nuova generazione, essere innovativi e pronti ad accogliere quei bagliori che il nostro paese produce.

È così che immaginiamo il nostro compito storico, ed è per nulla di meno che intendiamo lottare.