Si è appena conclusa questa prima doppia seduta del nuovo Consiglio regionale dell’Umbria. Ci tenevo e ci tenevamo in questa occasione, come gruppo di Alleanza Verdi Sinistra, a trasmettere il nostro senso di emozione e di forte responsabilità per il compito che ci attende.
Siamo una forza politica giovane, ma con un’identità molto chiara: di sinistra, ecologista, antifascista e pacifista. Un’identità che vogliamo portare nell’Assemblea regionale e nell’amministrazione, sempre con quello spirito unitario e innovatore che è stato alla base del Patto Avanti.
Sentiamo la responsabilità di non deludere le attese, che sono alte, indubbiamente, e di portare effettivamente quel cambiamento radicale di cui abbiamo parlato in campagna elettorale, di cui la presidente Stefania Proietti si è fatta carico coraggiosamente e che le cittadine e i cittadini umbri ci hanno chiesto a gran voce.
Consapevoli, naturalmente, del fatto che quasi la metà degli elettori e delle elettrici della nostra regione, non è andata a votare. E anche questo chiama la nostra responsabilità come classe dirigente dell’Umbria. Occorre ricostruire fiducia nella capacità della politica di migliorare le condizioni delle persone, in particolare delle fasce più deboli.
Il compito che ci attende, dunque, è molto difficile.
E lo è ancora di più dopo questi 5 anni di governo delle destre, che ci restituiscono un’Umbria in grave difficoltà.
Una regione che si è spopolata e si spopola sempre di più: 16mila abitanti in meno dal 2019 al 2023. Come se fosse scomparsa Umbertide, per capirci.
Una Regione in cui curarsi è diventato un lusso, dove quasi una persona su 10 rinuncia a farlo e dove la mobilità passiva è esplosa. L’unica cosa che è migliorata sensibilmente sono i fatturati delle cliniche private.
Una regione dalla quale i giovani se ne vanno, perché non sentono di avere l’opportunità di restare.
Anche perché i salari sono sempre più bassi e lontani dalla media nazionale, per non parlare di quella europea. Mentre crescono le disuguaglianze e la povertà. Oggi un minore su cinque in Umbria – ci dice Save the Children – vive in condizione di povertà relativa. Un dato insopportabile.
E questa situazione rappresenta anche un terreno fertile per l’azione delle organizzazioni mafiose sul nostro territorio.
Ma l’Umbria è anche una regione in cui i diritti civili, le libertà personali, a partire da quelle delle donne, sono stati messi costantemente sotto attacco in questi anni.
E ancora, una regione che si definisce e vuole continuare e a definirsi cuore verde, ma nella quale il consumo di suolo non si è mai arrestato, mentre gli effetti della crisi climatica – che la destra continua a far finta di non vedere – sono sotto i nostri occhi.
Ecco, noi abbiamo davvero un compito difficile, ma al tempo stesso credo importante ed entusiasmante. Cercare di rispondere, attraverso l’azione politica ed istituzionale, ad una grande aspettativa di giustizia.
E il tema della giustizia chiama un’ultima questione fondamentale. Non si può tacere, a mio avviso, da rappresentanti delle istituzioni democratiche di un paese civile, davanti alle guerre che stanno violentando il mondo. E in particolare non si può tacere davanti al genocidio del popolo Palestinese, al massacro quotidiano, interminabile, di uomini, donne e bambini innocenti.
Sotto i nostri occhi, davanti al nostro sguardo e con la nostra colpevole inerzia. Ancora più colpevole sotto le luci colorate dell’albero di Natale. Intanto, le lobbies delle armi brindano a ogni missile lanciato e ad ogni bomba esplosa. Perché così altre ne saranno vendute.
E allora bene ha fatto la presidente Stefania Proietti a prevedere una delega alla Pace e alla cooperazione, peraltro affidata al nostro assessore di Avs Fabio Barcaioli. Un fatto non scontato, perché di questi tempi esporsi per la Pace è diventato rischio e infatti, subito, sono arrivati attacchi per questa scelta. Ma se l’Umbria vuole ancora definirsi terra di Pace, se vuole rivendicare le sue radici, così importanti, non può restare ferma.
Siamo piccoli, certo, ma questo non ci rende meno responsabili. Quindi facciamo tutto quello che è possibile e anche di più per provare a dare il nostro contributo, come Umbria, terra di Pace, affinché si fermi, finché siamo in tempo, questa folle spirale di morte.
Dal profilo facebook di Fabrizio Ricci, capogruppo AVS Consiglio Regionale dell’Umbria