Sanità umbra, Ricci (Avs): “Stiamo tentando di gestire un disastro”

Politica

Ho sempre detestato il motto “la migliore difesa è l’attacco” e chi lo ha coniato. Mi sembra invece che la destra qui in Umbria ne abbia fatto la propria bandiera.

Pur non essendo un esperto di conti e di bilanci, una cosa mi è molto chiara: le nostre 4 aziende sanitarie hanno chiuso il 2024 con un risultato economico in perdita di 𝟮𝟰𝟯 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗶.

Una cifra enorme, che si è accumulata ed è cresciuta durante gli anni di governo della giunta Tesei. Questo è 𝘂𝗻 𝗱𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗰𝗰𝗲𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗼 𝗲 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝘃𝗲𝗿𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲. Ed è totalmente falso affermare che questo risultato negativo si aveva anche prima del 2019, quando la giunta Tesei si è insediata. Il risultato economico delle aziende della sanità umbra è sempre stato positivo dal 2014 al 2019. Solo dopo è iniziato il tracollo.

Un tracollo dei conti che è andato di pari passo con il tracollo della qualità del nostro sistema sanitario, a netto vantaggio della sanità privata e delle sanità di altre regioni. Lo dimostra – anche qui in maniera incontrovertibile – l’andamento della cosiddetta “𝗺𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗶𝘃𝗮”. Che vuol dire: quanti umbri sono dovuti andare fuori regione a curarsi. L’Umbria è in assoluto la regione italiana che, tra il 2019 e il 2023, ha visto peggiorare di più questo dato.

Siamo passati da essere una regione in cui le persone da fuori venivano a curarsi, per la qualità del nostro sistema, ad una regione dalla quale si scappa per curarsi altrove. Questo, anche in termini economici, è un disastro. Solo nel 2024 ci è costato quasi 40 milioni di euro. Ma per loro, come dicevo, la migliore difesa è l’attacco. E allora 𝘀𝗶 𝗵𝗮 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰’𝗲̀ 𝗻𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻 𝗯𝘂𝗰𝗼 e che addirittura ci sarebbe un avanzo di 14 milioni di euro. Sarebbe da riderci sopra, se la situazione non fosse così tragica.

Per smontare questa narrazione tossica, però, basta far parlare proprio loro. Non solo 𝗹’𝗲𝘅 𝗮𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲 𝗖𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼, che del disavanzo di 200 milioni parlava già nel 2022 e che per ripianarlo proponeva una soluzione semplice: chiudere due ospedali. Ma anche la stessa 𝗲𝘅 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗧𝗲𝘀𝗲𝗶. Sentite cosa diceva in un suo intervento in aula il 31 gennaio 2023: “Questi disavanzi strutturali vengono sempre chiusi per portare in pareggio il bilancio della sanità regionale con partite straordinarie. E questo, pur essendo legittimo, testimonia l’andamento strutturalmente sbilanciato che indebolisce la struttura dei conti della sanità”.

Ecco, questo indebolimento di cui parlava la ex presidente Tesei è arrivato al culmine nel 2024. Ed è l’eredità che la 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗣𝗿𝗼𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶 e la nostra giunta si sono trovati a gestire, insieme alle infinite liste d’attesa, alle carenze di personale, alla fuga dei professionisti, alla mobilità passiva e ai tagli, pesantissimi, del governo Meloni (40 milioni in tre anni).

Tentare di gestire questo disastro è ciò che sta facendo, da poche settimane, la nostra giunta. Cercando in ogni modo di contemperare il “𝘀𝗮𝗹𝘃𝗮𝘁𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼” dei conti con l’obiettivo di restituire alle umbre e agli umbri una sanità pubblica degna di questo nome.