La Sinistra: “La presidenza belga della UE ignora la crisi sociale”

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Il primo ministro belga Alexander De Croo ha presentato nell’emiciclo del Parlamento europeo il programma di attività della presidenza belga dell’Unione europea. Al tempo stesso retrogradi e controproducenti, gli obiettivi belgi non sono la risposta per risolvere le sfide che l’UE deve affrontare.

“Ci troviamo nel mezzo di una profonda crisi sociale in Europa, dove l’impennata dei prezzi, gli stipendi inadeguati e lo spettro incombente dell’aumento delle bollette elettriche e dei prezzi dei generi alimentari affliggono le nostre comunità. Le pressioni inflazionistiche alimentate da profitti eccessivi non fanno altro che peggiorare questa situazione. Incredibilmente, la presidenza belga sembra indifferente a queste questioni cruciali, non offrendo alcuna proposta per affrontare l’emergenza sociale e accennando addirittura a un rovinoso ritorno alle politiche di austerità. Ciò ignora completamente la realtà delle famiglie che lavorano”, afferma l’eurodeputato di sinistra Marc Botenga (Belgio, PTB).

L’ultimo rapporto Oxfam sulla disuguaglianza afferma che dal 2020 i cinque uomini più ricchi del mondo hanno raddoppiato le loro fortune. Nello stesso periodo, quasi cinque miliardi di persone nel mondo sono diventate più povere. Di fronte all’annunciata ripresa dell’austerità europea, è fondamentale un cambiamento di paradigma.

Sfruttando i lavoratori, evadendo le tasse, privatizzando lo Stato e alimentando il collasso climatico, le aziende perpetuano la disuguaglianza e danno priorità all’accumulo di ricchezza per i loro ricchi proprietari. Le comunità lavoratrici hanno un disperato bisogno di salari che tengano il passo con l’inflazione e di investimenti pubblici nell’istruzione, nella sanità e in un futuro sostenibile. Ora, mentre il continente affronta una crisi del costo della vita guidata da profitti record, i lavoratori non dovrebbero essere quelli a pagarne il prezzo.

Le dinamiche di potere devono spostarsi su scala europea per un’Europa dei popoli, non delle multinazionali. Abbiamo bisogno di un’Europa fondamentalmente diversa, fondata sulla cooperazione, sulla solidarietà, sugli investimenti pubblici e su uno sviluppo regionale equilibrato. Un continente che sfrutta la ricchezza dei più ricchi per promuovere investimenti industriali, ecologici e sociali.

Un’Europa fondata sulla partecipazione dei cittadini, non sul disprezzo verso i suoi cittadini.

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