Buon Natale, il vittimismo dei camerati

Società

Oscar Monaco – Puntuale come la morte arriva a Natale la polemica sulle tradizioni rubate, in pericolo, sotto minaccia delle forze dissolutorie del nichilismo post moderno, nel vortice delirante della retorica sul crollo dei valori e la cancellazione dei cari vecchi legami comunitari ad opera delle algide tecnoburocrazie europee, avvelenate di freddo laicismo e dedite meticolosamente allo sradicamento quotidiano di presunte identità millenarie, che riemergerebbero dalle viscere della storia ogni volta che un giornalista fa un titolo a cazzo di cane per ottenere due click in più.
Una sequela di idiozie talmente raccapriccianti da far impallidire i trailer di tette, scoregge, scivoloni, culi e battute triviali dei peggiori cinepanettoni.
Non perderò tempo a spiegare ciò che altri possono fare meglio di me, ossia leggere l’ennesima direttiva europea e scoprire che non c’entra nulla con i tweet di Salvini, Meloni e trogloditi assortiti.
Mi limiterò ad uno sfogo: avete rotto il cazzo!
Trovo asfissiante questa manfrina a reti unificate fatta su misura per un pubblico di vecchi spettatori di Rete4 mezzi rincoglioniti e per i loro nipotini disagiati, distribuita pervasivamente come se la cosa riguardasse milioni di donne e di uomini, di giovani ed anziani, a cui non interesserebbe nulla di simili fesserie se non dovessero leggerle su ogni singola testata main stream online e su ogni telegiornale nazionale delle reti pubbliche e private.
Vedere un paese intero sotto sequestro del “eh, ma allora non si può più dire nulla” ad ogni alito di civiltà è uno spettacolo deprimente, che si parli di laicità, di sessismo, di razzismo o di cucina.
Proporrei una maratona di Luttazzi ininterrotta dall’Immacolata all’Epifania, per vaporizzare ogni singolo germe di ottuso bigottismo; la proporrei se potessi, ma non posso, quindi mi accontento di scrivere due righe di sfogo.
Buone Feste.

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