Inclusione scolastica, una risposta a Galli della Loggia

Editoriali

di Edoardo Scarpanti – Caro Professor Galli della Loggia,
vorrei farle notare che:

(1) non esistono studenti “normali” e studenti “anormali”, a meno che non si senta la nostalgia di teorie pseudo-scientifiche molto popolari negli anni ’30 del secolo scorso in Germania (spero che non sia il suo caso…);

(2) la convivenza in aula fra ragazzi “normali” (?!) e ragazzi con disabilità, disturbi dell’apprendimento o bisogni educativi speciali è ovviamente un valore aggiunto, e non una disgrazia come dice lei, dato che, proprio grazie a quella convivenza, tutti quei ragazzi – un giorno – diventeranno adulti “pienamente umani” e non “meno umani” (spero, anche qui, che non sia il suo caso…);

(3) gli alunni di origine straniera, superata l’eventuale necessità di apprendimento della lingua veicolare (cioè, l’italiano), ottengono risultati pari a quelli degli alunni indigeni (cioè, italiani); quindi, considerare la loro presenza un problema è – per dirla chiara e tonda – un chiaro sintomo di razzismo da parte dell’indigeno (spero proprio che non sia il suo caso…).

(4) l’inclusione non è un “mito”, ma piuttosto una richiesta esplicita della nostra Costituzione, scritta in un momento in cui evidentemente i valori democratici e “inclusivi” erano più chiari di quanto non siano ora ad alcuni cittadini (spero che anche questo non sia il suo caso…).

In conclusione, la invito a partecipare a qualche lezione scolastica reale, cosa che evidentemente non fa da tempo, e a vedere all’opera insegnanti di sostegno, docenti di materia, studenti “normali” e “anormali” (?!), italiani e stranieri. Ne rimarrà stupito, credo piacevolmente.

Tuttavia, siccome lei ama le citazioni dotte, gliene lascio una germanica, del buon Ludwig Wittgenstein, che di sicuro apprezzerà: “Wovon man nicht sprechen kann, darüber muss man schweigen”. Lascio a lei la traduzione (non mi permetterei mai…).