Crisi di governo, un salto nel vuoto

Editoriali

di Arturo Scotto – Soli. Di questo saremo accusati dai cittadini e dalle generazioni future. Di averli lasciati soli nella crisi più grave di sempre. Soli davanti alle difficoltà economiche, soli davanti alla paura per se stessi e i propri cari del contagio, soli davanti alla precarietà del lavoro. La politica serve a qualcosa se non lascia sole le persone in mezzo alla tempesta. Non serve a nulla se si stacca dalla vita reale ed apre al buio gli spazi all’avventura. Il mio non è un giudizio morale su Renzi. Non tutto si spiega col narcisismo. E’ soltanto una valutazione politica: la scelta del momento per aprire una contesa politica non e’ mai neutrale. E segna un salto di qualità notevole anche della parabola politica del personaggio. Da oggi l’ex rottamatore certifica la sua totale equidistanza tra destra e sinistra, tra un campo e l’altro. Lo aveva già in qualche modo preannunciato durante la sua esperienza a Palazzo Chigi, dove aveva preso i voti a sinistra e governato con le ricette della destra. Ma allora i suoi laudatores – che erano almeno tanti quanto oggi lo sono i suoi critici tardivi – dicevano che era smart, moderno, veloce. Il resto era vecchiume da gettare nella pattumiera della storia. Adesso spiana alla Lega la strada per vincere a mani basse la partita. Non mi pare una grande prova di intelligenza politica, ma forse è davvero quello che vuole. Provare di là, dopo che ha distrutto quasi tutto quello che c’era di qua. Non si può fermare un disegno che era già scritto nelle cose, nonostante in tanti non abbiano visto o non abbiano voluto vedere. Resta solo il Parlamento. Speriamo che la saggezza delle Istituzioni per l’ennesima volta fermi il salto nel vuoto.